antitrust
![Immagine](/uploads/1/8/7/0/18705498/2604105.jpg)
Con il termine antitrust (in italiano anti-monopolio)
si definisce il complesso delle norme giuridiche che sono poste a tutela della
concorrenza sui mercati economici. Tale complesso normativo, esercita una
tutela di carattere generale al bene primario della concorrenza inteso quale
meccanismo concorrenziale, impedendo che le imprese, singolarmente o
congiuntamente, pregiudichino la regolare competizione economica adottando
condotte che integrano intese restrittive della concorrenza, abusi di posizione
dominante e concentrazioni idonee a creare o rafforzare una posizione di
monopolio.
In secondo luogo viene definito "antitrust" anche l'organo o autorità che vigila sull'osservanza e il rispetto di tali norme, cioè l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM).
Le norme Antitrust rappresentano la risposta dei moderni ordinamenti giuridici all'eccesso di poteri di mercato e alle distorsioni ad esso arrecate da accordi fra produttori.
In secondo luogo viene definito "antitrust" anche l'organo o autorità che vigila sull'osservanza e il rispetto di tali norme, cioè l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM).
Le norme Antitrust rappresentano la risposta dei moderni ordinamenti giuridici all'eccesso di poteri di mercato e alle distorsioni ad esso arrecate da accordi fra produttori.
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In diversi anni e stati la Apple è stata denunciata e
multata per via dell'errata comunicazione e applicazione della garanzia sui
suoi prodotti: la prima denuncia è partita dall’Antitrust (AGCM: Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato) che ha chiesto che venisse specificato
in modo più chiaro l'estensione dell'anno di garanzia di Apple sui suoi
prodotti, dato che è un servizio a pagamento che si sovrappone alla garanzia
legale e gratuita del venditore; ciò che in passato ha portato ad avanzare una
denuncia con esito positivo da parte di un consumatore, arrivando poi ad aprire
un'istruttoria su tale caso, che si è conclusa con una multa di 900 mila euro, (confermata
anche dopo il ricorso della Apple).
Successivamente venne pubblicata la relativa pagina e documento comparativo tra l'assistenza minima dovuta per legge e il servizio Apple care, e nel 2012 il commissario europeo per la giustizia, Viviane Reding ha informato di tali pratiche la Commissione Europea a riguardo di tale pratiche, la quale può solo informare i relativi paesi europei per le eventuali manovre sanzionatorie. Al termine del 2012 Apple ha riconosciuto i 2 anni di garanzia da parte del venditore previsti in Italia, ma dato che tale adempimento non è avvenuto nei tempi prestabiliti è stata comunque multata di 200 mila euro.
Nel contempo si è aperta un'inchiesta su Apple e altri cinque grandi gruppi editoriali per verificare un eventuale cartello per condizionare al rialzo i prezzi degli e-books, cartello confermato tramite tre gruppi editoriali, permettendo anche l'avvio della class action contro i gruppi e Apple, un'azione giuridica con cui si chiede che la soluzione di una questione comune di fatto o di diritto avvenga con effetti ultra partes per tutti i componenti presenti e futuri della categoria).
Nel 2011 Apple è stata denunciata per violazione sulla privacy, prima tramite azione singola dell'avvocato Kim Hyung-Suk, poi tramite class action, per via del suo sistema di geolocalizzazione, grazie a cui venivano registrati dati che potevano essere corretti solo mediante un aggiornamento software (iOS 4.3.3) rilasciato dall’azienda.
La questione privacy è stata ripresa nel 2012 dalla Ars Technica, che ha analizzato il servizio iCloud della Apple, evidenziando come esso possieda una chiave master di decodifica per visualizzare anteprime, spostare, rifiutare, modificare e/o rimuovere i file dei utenti, inoltre secondo i termini e le condizioni di utilizzo del servizio, Apple ha la possibilità di accedere, utilizzare, salvaguardare o divulgare informazioni sugli account e sui contenuti alle autorità.
Nel 2012 Apple è stata anche accusata per pubblicità ingannevole, nello specifico sono stati messi sotto accusa i servizi offerti da Siri (assistente vocale), in quanto non sarebbero garantiti in alcun modo come mostrato nelle pubblicità, inoltre viene menzionato come tale software porti ad un eccessivo consumo di dati, per questo motivo è stata avviata una class-action; le accuse di pubblicità ingannevole sono state rivolte anche da Altroconsumo nel 2011 per la pubblicità di AirPlay, in quanto non specificava le condizioni necessarie per usufruirne.
Successivamente venne pubblicata la relativa pagina e documento comparativo tra l'assistenza minima dovuta per legge e il servizio Apple care, e nel 2012 il commissario europeo per la giustizia, Viviane Reding ha informato di tali pratiche la Commissione Europea a riguardo di tale pratiche, la quale può solo informare i relativi paesi europei per le eventuali manovre sanzionatorie. Al termine del 2012 Apple ha riconosciuto i 2 anni di garanzia da parte del venditore previsti in Italia, ma dato che tale adempimento non è avvenuto nei tempi prestabiliti è stata comunque multata di 200 mila euro.
Nel contempo si è aperta un'inchiesta su Apple e altri cinque grandi gruppi editoriali per verificare un eventuale cartello per condizionare al rialzo i prezzi degli e-books, cartello confermato tramite tre gruppi editoriali, permettendo anche l'avvio della class action contro i gruppi e Apple, un'azione giuridica con cui si chiede che la soluzione di una questione comune di fatto o di diritto avvenga con effetti ultra partes per tutti i componenti presenti e futuri della categoria).
Nel 2011 Apple è stata denunciata per violazione sulla privacy, prima tramite azione singola dell'avvocato Kim Hyung-Suk, poi tramite class action, per via del suo sistema di geolocalizzazione, grazie a cui venivano registrati dati che potevano essere corretti solo mediante un aggiornamento software (iOS 4.3.3) rilasciato dall’azienda.
La questione privacy è stata ripresa nel 2012 dalla Ars Technica, che ha analizzato il servizio iCloud della Apple, evidenziando come esso possieda una chiave master di decodifica per visualizzare anteprime, spostare, rifiutare, modificare e/o rimuovere i file dei utenti, inoltre secondo i termini e le condizioni di utilizzo del servizio, Apple ha la possibilità di accedere, utilizzare, salvaguardare o divulgare informazioni sugli account e sui contenuti alle autorità.
Nel 2012 Apple è stata anche accusata per pubblicità ingannevole, nello specifico sono stati messi sotto accusa i servizi offerti da Siri (assistente vocale), in quanto non sarebbero garantiti in alcun modo come mostrato nelle pubblicità, inoltre viene menzionato come tale software porti ad un eccessivo consumo di dati, per questo motivo è stata avviata una class-action; le accuse di pubblicità ingannevole sono state rivolte anche da Altroconsumo nel 2011 per la pubblicità di AirPlay, in quanto non specificava le condizioni necessarie per usufruirne.