Liquidita' apple
Sono
molte le considerazioni che si possono fare sulla liquidità della Apple, ma una delle più curiose è che la riserva di
liquidità di Cupertino è pari a 4,4
volte il denaro depositato nei forzieri della Banca d’Italia. Il dato emerge da
una tabella pubblicata da Business Insider che presenta una lista dei “più
ricchi del mondo”, mescolando società e stati sovrani, ispirandosi ad un
documento dell’US Trust, che attribuisce ad Apple 159 miliardi di dollari di liquidità.
La classifica presenta 49 realtà mondiali che dispongono di meno liquidità di Apple; alle sue spalle troviamo la Malesia con 130 miliardi di dollari, seguita da una serie di stati come Turchia, Polonia, Indonesia. Al sesto posto ecco la seconda società informatica, Microsoft, con 84 miliardi di dollari. Nella colonna di sinistra, quella delle prime 25 entità mondiali troviamo altri protagonisti dell’IT come Google e Verizon; da notare che entrambe hanno più denaro liquido del Governo degli Stati Uniti che dispone “solo” di 48 miliardi di dollari in riserve di cassa, solo un miliardo in più di Cisco.
Nella seconda colonna troviamo diversi stati europei tra cui la Germania (39 miliardi) e la nostra Italia con 36 miliardi di dollari. In realtà non è tanto l’Italia ad essere “povera” rispetto ad altri paesi, quanto l’azienda americana ad essere ricca. Anzi, sono le aziende americane ad essere ricche visto che l’Eurozona conta su circa 221 miliardi di dollari di riserve, mentre le prime cinque aziende USA (Apple, Microsoft, Google, Verizon e Pfizer) che hanno 404 miliardi di dollari di liquidità.
I dati contenuti nella tabella riguardanti gli stati escludono le riserve auree, la valuta straniera, i titoli di stato e i diritti speciali di prelievo; calcolando questi elementi Apple sparirebbe visto che ci sono paesi come la Cina che hanno 3700 miliardi di dollari di riserve e l’Eurozona, pur se colpita violentemente dalla crisi, ne ha 771 miliardi. E’ pur vero che l’Italia, secondo gli ufficialissimi dati del Fondo Montetario Internazionale, ad inizio 2014 aveva 149 miliardi di dollari di riserve che sono sempre meno dei 159 miliardi che tiene in cassa Apple.
La classifica presenta 49 realtà mondiali che dispongono di meno liquidità di Apple; alle sue spalle troviamo la Malesia con 130 miliardi di dollari, seguita da una serie di stati come Turchia, Polonia, Indonesia. Al sesto posto ecco la seconda società informatica, Microsoft, con 84 miliardi di dollari. Nella colonna di sinistra, quella delle prime 25 entità mondiali troviamo altri protagonisti dell’IT come Google e Verizon; da notare che entrambe hanno più denaro liquido del Governo degli Stati Uniti che dispone “solo” di 48 miliardi di dollari in riserve di cassa, solo un miliardo in più di Cisco.
Nella seconda colonna troviamo diversi stati europei tra cui la Germania (39 miliardi) e la nostra Italia con 36 miliardi di dollari. In realtà non è tanto l’Italia ad essere “povera” rispetto ad altri paesi, quanto l’azienda americana ad essere ricca. Anzi, sono le aziende americane ad essere ricche visto che l’Eurozona conta su circa 221 miliardi di dollari di riserve, mentre le prime cinque aziende USA (Apple, Microsoft, Google, Verizon e Pfizer) che hanno 404 miliardi di dollari di liquidità.
I dati contenuti nella tabella riguardanti gli stati escludono le riserve auree, la valuta straniera, i titoli di stato e i diritti speciali di prelievo; calcolando questi elementi Apple sparirebbe visto che ci sono paesi come la Cina che hanno 3700 miliardi di dollari di riserve e l’Eurozona, pur se colpita violentemente dalla crisi, ne ha 771 miliardi. E’ pur vero che l’Italia, secondo gli ufficialissimi dati del Fondo Montetario Internazionale, ad inizio 2014 aveva 149 miliardi di dollari di riserve che sono sempre meno dei 159 miliardi che tiene in cassa Apple.
Il nuovo cfo : Luca maestri
![Immagine](/uploads/1/8/7/0/18705498/7882078.png)
Nei piani di Cook ci sono importanti investimenti per
il mantenimento di quote di mercato e per il lancio di nuovi prodotti (iWatch,
la tv, le auto…); per questo , dopo aver concordato l’uscita di scena di Peter
Oppenheimer, Chief Financial Officer di Apple a settembre, Cupertino ha deciso
di affidare l’incarico a Luca Maestri attualmente vice CFO. Dopo Craig
Federighi, che è di origini italiane, nel top management di Apple compare un
italiano al 100%, con un ruolo chiave. 49 anni, romano, laureato in Economia
alla Luiss e master a Boston, Maestri si troverà seduto su una montagna di denaro da gestire.
Maestri parla tre lingue (portoghese, oltre a italiano e inglese), ha vissuto in sette paesi e ha lavorato come manager in General Motors, Nokia-Siemens e Xerox. Conosce bene i mercati asiatici, plus che probabilmente lo ha aiutato ad arrivare alla carica più delicata di Apple dopo quella di CEO. Nei suoi 20 anni in General Motors ha scalato i vertici fino a diventare direttore finanziario; ha lavorato anche alla joint venture Fiat-GM fra il 2000 e il 2005. Altra joint che ha vissuto Maestri è quella fra Nokia e Siemens.
Definito ambizioso, perfezionista e riservato, ora si trova di fronte a un palcoscenico mediatico ancora più illuminato, con il compito di custodire l’immenso patrimonio aziendale. È stato proprio Tim Cook a volerlo personalmente a Cupertino lo scorso anno, con l’idea di farne il successore di Oppenheimer.
Maestri parla tre lingue (portoghese, oltre a italiano e inglese), ha vissuto in sette paesi e ha lavorato come manager in General Motors, Nokia-Siemens e Xerox. Conosce bene i mercati asiatici, plus che probabilmente lo ha aiutato ad arrivare alla carica più delicata di Apple dopo quella di CEO. Nei suoi 20 anni in General Motors ha scalato i vertici fino a diventare direttore finanziario; ha lavorato anche alla joint venture Fiat-GM fra il 2000 e il 2005. Altra joint che ha vissuto Maestri è quella fra Nokia e Siemens.
Definito ambizioso, perfezionista e riservato, ora si trova di fronte a un palcoscenico mediatico ancora più illuminato, con il compito di custodire l’immenso patrimonio aziendale. È stato proprio Tim Cook a volerlo personalmente a Cupertino lo scorso anno, con l’idea di farne il successore di Oppenheimer.
Google e le sue acquisizioni
Nella
lotta tra colossi della tecnologia c’è sempre più bisogno di
capitali per siglare accordi man mano che la competizione cresce a livello
globale, ad esempio Google ha preparato 30 miliardi di dollari in contanti,
messi da parte per possibili acquisizioni, come ha scritto in una lettera alla
SEC, la Consob americana.
Secondo Radio Free Mobile, sono nel mirino di Google tutte le aziende che trattano dati Internet, ma anche aziende come Twitch e perfino la francese Ubisoft. Inoltre investirà in industrie non ancora trasformate da Internet, come l’automotive, la robotica e la biotecnologia.
E in effetti lo shopping di Google (soprattutto nel Mobile, ma non solo) sta mettendo il turbo: nel volgere di poche settimane, il motore di ricerca di Mountain View ha acquisito Quest Visual, sviluppatore di applicazioni di traduzione in mobilità; Stackdriver, una startup specializzata nell’aiutare le aziende ad usare i servizi di computing online; Adometry, specializzata in misurazioni ed analisi Web. A inizio maggio ha comprato Rangespan, startup per lo shopping, e i droni a energia solare di Titan. In precedenza, Google si è aggiudicata Nest (costata 3.2 miliardi di dollari) e DeepMind ma in compenso ha venduto Motorola, l’unità smartphone, a Lenovo per 2.91 miliardi di dollari.
Secondo Radio Free Mobile, sono nel mirino di Google tutte le aziende che trattano dati Internet, ma anche aziende come Twitch e perfino la francese Ubisoft. Inoltre investirà in industrie non ancora trasformate da Internet, come l’automotive, la robotica e la biotecnologia.
E in effetti lo shopping di Google (soprattutto nel Mobile, ma non solo) sta mettendo il turbo: nel volgere di poche settimane, il motore di ricerca di Mountain View ha acquisito Quest Visual, sviluppatore di applicazioni di traduzione in mobilità; Stackdriver, una startup specializzata nell’aiutare le aziende ad usare i servizi di computing online; Adometry, specializzata in misurazioni ed analisi Web. A inizio maggio ha comprato Rangespan, startup per lo shopping, e i droni a energia solare di Titan. In precedenza, Google si è aggiudicata Nest (costata 3.2 miliardi di dollari) e DeepMind ma in compenso ha venduto Motorola, l’unità smartphone, a Lenovo per 2.91 miliardi di dollari.